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IO CI CREDO
Gela, città della legalità
Premio di Cultura "Città di Santa
Marinella" Campidoglio - Roma
Sotto l'Alto Patronato del Presidente della Repubblica e con il Patrocinio
della regione Lazio, della provincia di Roma e del Comune di Santa Marinella.
È
bello pensare che sindaci e pubblici amministratori di spessore umano
e morale non siano mai lasciati soli, anzi siano sempre più circondati
da persone sane, oneste, soprattutto giovani motivati e partecipi.
È bello battersi contro l’arroganza, l’indifferenza,
la complicità. Genitori fieri di poter dare un futuro ai propri
figli e, come affermava il giudice Antonino Caponnetto, che possano
vivere e sentire il profumo della libertà e su questi principi,
sul rispetto della dignità della persona umana, continuare poi
ad essere sentinelle del proprio futuro.
Questi sono i presupposti per sconfiggere la mafia, minandone le fondamenta,
e creare le premesse per un benessere economico e culturale che sia
privilegio non di pochi, ma di tutta la comunità.
Sono felice di aver conosciuto Saro e sono ancora più compiaciuta
che da questa amicizia sia nata una collaborazione fattiva e costante
che vede la Fondazione e il Sindaco Rosario Crocetta impegnati nel fare
attecchire il rispetto delle regole prima di tutto nei giovani delle
scuole di Gela e poi proseguita con uno proficuo rapporto in varie città
d’Italia.
“Io ci credo” è il sogno straordinario che Saro vuole
realizzare per i suoi cittadini: ciò sarà possibile esclusivamente
se la sua gente non lo lascerà solo e lo sosterrà con
lo stesso suo entusiasmo, amore per la propria città e rispetto
per la legalità finalizzati al risveglio degli animi e alla rinascita
di Gela e di questa martoriata terra di Sicilia.
Elisabetta Caponnetto
Ritrovare
comunità locali, amministratori e sindaci che vivono un modo
nuovo di essere presenti, partecipi e protagonisti del bene comune significa
ritrovare il fame e sete di giustizia (“sindaco, con-giustizia”)
come spinta propulsiva per un vero cambiamento; vuol dire che i bisogni
e le necessità dei cittadini vengono erogate come diritti e non
come favori (ed è questo il solo e l’unico modo per sottrarre
risorse e potere alle mafie di ogni Paese: non obbligare chi è
privato di qualcosa ed elemosinarlo o a supplicarlo – in cambio
di perenne riconoscenza e sudditanza! – al potente di turno);
coincide con il restituire alla legalità quella forza innovativa
a cui oggi tutti si appellano (a parole!) e pochi si adoperano per praticarla.
Non dimentichiamolo: chi è orfano di diritti è straniero
nella terra dei doveri. E il fatto che Rosario Crocetta testimoni, lungo
l’intero corso delle riflessioni, il suo costante, faticoso e
concreto educarsi all’ascolto e alla collaborazione, è
il segno per eccellenza che il migliore maestro è chi conserva
nel suo cuore la curiosità e la freschezza dell’alunno.
Don
Luigi Ciotti
Crocetta crede nella riforma della politica. Che si fa lavoro di studio,
di conoscenza, di radicamento sociale e di cultura di governo.
Questo lavoro lui lo matura a Gela, la città dalle mille contraddizioni.
Gela, la comunità dove modernità e arretratezza, ingiustizie
e speranze vivono e si confondono giorno per giorno.
Il sindaco Crocetta ha spezzato il meccanismo dell’adagiarsi,
del convivere con la contraddittoria Gela. Gela adesso vuole sciogliere,
a favore della sua parte positiva, i dubbi e i limiti. La Gela del cambiamento
adesso ha un ancoraggio forte e l’indicazione di un cammino che
vale la pena di percorrere fino in fondo..
Non è un impegno provinciale, localistico, ma è un amore
per il territorio che si fa anche sguardo aperto al Mediterraneo e al
mondo. Lo slogan tante volte gridato da centinaia di migliaia di giovani
nelle nostre piazze, agire locale e pensare globale, si attaglia perfettamente
alla vita politica che a Gela comincia maturare.
La Gela del risanamento dei quartieri, la Gela della tutela dei diritti,
la Gela dello sviluppo industriale eco-sostenibile – dove finalmente
l’Eni diventa uno spazio produttivo di legalità e di sviluppo
- hanno finalmente un punto di riferimento forte che gli può
dare voce e rappresentanza.
Così, i disoccupati non sono più soli, gli operai e le
straordinarie battaglie del movimento sindacale hanno un alleato in
più, le parrocchie possono contare su un interlocutore istituzionale
serio e autorevole, gli imprenditori possono denunciare, fare antiracket
e, finalmente, liberamente impresa.
Ma tutto questo s’imbatte con l’“io ci credo”
decisivo. Quello di non piegare la testa di fronte alla presenza mafiosa.
Giuseppe Lumia
[ORDINA]
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