La mia Generazione

Salvatore Calleri

Generazione X, generazione di mezzo, un po' carne un po' pesce. È quella che ha vissuto l'infanzia nel bel bezzo della rivoluzione sociale degli anni Settanta, quando i più grandi ascoltavano i Beatles, i Led Zeppelin e Bob Marley ma anche Lucio Dalla, Battisti, De André, i Pooh e Claudio Baglioni. Si guardava Carosello e poi si andava a letto. Ma di quello che ruotava intorno ancora non capiva molto. L'adolescenza questa generazione l'ha vissuta poi a cavallo tra i Settanta e i favolosi anni Ottanta: gli anni del cult movie Hair con i pantaloni a zampa, i capelli lunghi e arruffati che lasciano il posto agli anni dominati dalle college, gli zainetti firmati e le giacche con spalline modello supereroe dei cartoni giapponesi, quelli che imperversavano su tutti canali del piccolo schermo ormai a colori e dove cominciava a muovere i passi la tv commerciale con le super dotate di Colpo Grosso o Drive In. Si continuava ad ascoltare Bob Marley e i Beatles, insieme agli U2 ma anche ai Duran Duran e l'immancabile Baglioni. In fondo, però, si continuava a non capire molto di quello che ruotava intorno. E poi l'Università nei primissimi anni Novanta: quando il Movimento della Pantera fa scendere in piazza migliaia di studenti a manifestare per un equo diritto allo studio. Generazione che in quel decennio perde la sua verginità quando subisce il trauma delle stragi di mafia di Capaci e Via D'Amelio. Trauma più forte e violento per chi viveva o era nato in quella terra in cui il sangue dei suoi migliori uomini era stato sparso non certo per la prima volta. Ma il 23 maggio e il 19 luglio del 1992, per la prima volta, i giovani - soprattutto quelli siciliani - cominciano a capire. A capire che cosa ruotava intorno alle loro vite. E allora quella generazione ha alzato la testa e la società civile è scesa nelle piazze, ha urlato ai funerali di Stato, ha provato a mettersi in gioco in politica, ha cercato la verità scrivendo articoli sui giornali o girando inchieste televisive. Qualcuno poi si è perso per strada, altri hanno abbandonato i loro ideali per seguire altre logiche più convenienti, altri ancora hanno preferito vivere da persone oneste ma defilati, senza mettersi in gioco. Nel carnet musicale si inserivano i nuovi sound della Disco Music e una prima Laura Pausini che cantava la sua "Solitudine" , i soliti Beatles, gli U2 e Bob Marley. Ma nelle serate d'estate in spiaggia con falò e chitarra, non poteva mancare l'immarcescibile Baglioni. In un melting pot di generi che segnerà per sempre questa generazione che continua ad ascoltare ancora Bob Marley e, di nascosto, si commuove ascoltando Baglioni. Salvatore Calleri ripercorre con ironia e un pizzico di malinconia gli anni degli eterni giovani degli anni Ottanta: una generazione che non vuole, non può e, forse, non invecchierà mai. Angela Caponnetto

EAN 978-88-88082-29-5

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