Per una Toscana senza mafia

Renato Scalia

Il volume offre un’analisi accurata e puntuale sulla penetrazione della criminalità organizzata in una Regione, come la Toscana, famosa in Italia e nel mondo soprattutto per le sue bellezze paesaggistiche ed artistiche, per la sua cultura e storia secolari, per la sua capacità imprenditoriale. Eppure, lo stesso territorio toscano, da sempre considerato impermeabile alle infiltrazioni mafiose, non manca di presentare elementi di rischio. È questo il campanello d’allarme che, come già nelle precedenti edizioni, il Rapporto invita a non sottovalutare. Non possiamo mai considerarci al sicuro di fronte al fenomeno mafioso, neanche in quelle realtà, come la Regione Toscana, dove la mafia trova condizioni meno favorevoli. Penso alla mancanza di consenso sociale verso la criminalità organizzata, al radicamento nella collettività locale di un senso di appartenenza allo Stato e alle istituzioni pubbliche, alla presenza di una sana e capillare economia di mercato. Nonostante questi importanti fattori di garanzia, non possiamo “abbassare la guardia” nè cadere nei tanti luoghi comuni che, in Toscana come altrove, circondano il fenomeno mafioso.
Per questa sua funzione pedagogica, oltre che per il suo contenuto informativo e per i preziosi spunti di riflessione e di intervento, il Rapporto 2013 rappresenta uno strumento fondamentale della nostra battaglia comune verso la legalità. Ho speso 43 anni della mia vita professionale al servizio della magistratura e della giustizia. Quando ho scelto di lasciare questa attività per dedicarmi alla politica, l’ho fatto pensando che, come esperto del settore, avrei potuto continuare ad occuparmi di giustizia da un’altra prospettiva. Oggi, come Presidente del Senato, sono chiamato a un ruolo di garanzia che mi impedisce di entrare nel vivo del procedimento di formazione della legge e persino di votare le leggi. Ma non per questo ho rinunciato alla lotta per la legalità e la giustizia. È questo un obiettivo al quale tutti dobbiamo contribuire, con un rinnovato impulso etico e una ancora maggiore conoscenza tecnica del fenomeno.
Sono certo che questo Rapporto, straordinariamente innovativo nella sua capacità di analizzare le infiltrazioni mafiose, sarebbe piaciuto ad Antonino Caponnetto, eroe simbolo di questa lotta. Nonno Nino, come lo chiamavano tutti, era per me un padre, da quando - lui Consigliere Istruttore a capo del Pool antimafia, io fresco di nomina quale a giudice a latere nel maxi processo di Palermo - mi dette un buffetto sulla guancia, che somigliava ad una carezza, per darmi la forza di andare avanti e per invitarmi a seguire solo la voce della mia coscienza.
Il suo coraggio, la sua forza, la sua capacità di creare armonia e affiatamento nel lavoro sono ora la linfa vitale della Fondazione che porta il suo nome, impegnata in prima linea contro la criminalità organizzata, in particolare attraverso la costante opera di formazione e sensibilizzazione rivolta ai giovani, i futuri cittadini del nostro Paese. Senza l’impegno della Fondazione Antonino Caponnetto e di tutte le altre realtà associative che ogni giorno lottano per la legalità saremmo oggi sicuramente più indifesi nel contrasto alle mafie.
Alla Fondazione, a Nonna Betta, all’Autore Renato Scalia e alla Regione Toscana va dunque il mio sentito ringraziamento per questo primo volume della collana, al quale spero seguiranno presto i prossimi, dedicati all’Emilia

Piero Grasso
Presidente del Senato


 


ISBN 978-88-88082-32-5





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